lunedì 4 febbraio 2013

Truppe d'assalto


Londra. 21 Gennaio 2013.

Il vento gelido sferza i volti impavidi. La neve scende leggera e silenziosa.
Il contingente è composto da 15 elementi provenienti da tutta Italia. Donne. Decise. Agguerrite.
Missione: riuscire, in soli due giorni, a comprare più roba possibile approfittando dei saldi.
Obiettivo da colpire (e svaligiare): Primark e TopShop.
Tattica: ogni “soldato” porta con se dall’Italia una valigia piena ma , n.b., solo di abiti vecchi, da buttare.
Scarpe indossate per la battaglia: BUCATE.

Le truppe sanno che sarà dura e proprio per questo studiano il piano nei minimi dettagli. Ognuna ha il suo ruolo. Ognuna ha il suo compito da eseguire alla perfezione. E così la mattina del primo giorno, dopo un’abbondante english breakfast, in assetto da battaglia e nella formazione della tartaruga, il gruppo varca la soglia di Primark e immediatamente si disperde. Ogni soldato diventa quasi un’ombra. Una va alla ricerca di pantaloni, un’altra di costumi da bagno, un’altra ancora di accessori vari, destreggiandosi tra la folla. Bisogna essere rapide e furtive, non far capire al nemico che il tuo sguardo punta proprio su quell’ultima maglia. I camerini traboccano di truppe nemiche, ma le nostre eroine hanno un piano B. Comprano di tutto per poi provare in albergo. Se qualcosa non dovesse andar bene il giorno dopo si potrà sempre cambiarla o farsi restituire il denaro. Il secondo giorno di campagna il negozio cambia ma la tipologia d’attacco è la stessa, qualcuna riesce a comprare vestiti per i figli per i prossimi dieci anni. Qualcuna si perde. Ma nessun uomo viene lasciato indietro. Rapide organizzano una battuta di ricerca infallibile e ben presto il gruppo è di nuovo insieme. A questo punto i vestiti vecchi e consunti portati dall’Italia vengono gettati nel cassonetto (anzi, ci vanno da soli), stessa fine per le scarpe bucate, il tutto sostituito dal nuovo guardaroba. Il momento di tornare in aeroporto si avvicina. La guerra è vinta. Ma c’è un ultimo ostacolo da superare: riuscire a far entrare tutto in valigia tentando di non trasformare il bagaglio a mano in un container. Le più coraggiose, pur di non pagare la penale sul bagaglio, si mettono addosso quanta più roba è possibile, somigliando sempre più al fratello obeso dell’omino Michelin.  Ma è fatta. Si torna a casa. E poco importa se non hanno la minima idea di come sia fatta Buckingham Palace, se nessuna abbia preso un thè o stretto la mano alla regina. L’unica cosa che conta è essere tornate a casa con 10 paia di occhiali da sole, decine di magliette, e tante ma tante paia di scarpe.
Ho deciso, mi arruolo, l’anno prossimo sarò in prima linea!

Simona Strano, Make up Artist e cronista di guerra.

2 commenti:

  1. Ciao, ho appena scoperto il tuo blog! lo trovo molto interessante e mi sono unita ai tuoi followers! se ti fa piacere fai un salto da me!

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    1. grazie! arriviamo subito e se hai domande o suggerimenti facci sapere.

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